Mamma di pancia e Mamma di cuore (parte seconda)
Ed eccoci alla seconda parte di questi articoli che per me hanno un contenuto speciale: emozione, emozione, emozione pura!
La foto in anteprima, sono Matteo e il mio Alfredo, si sono conosciuti all’asilo … ormai diciasettenni, sempre amici: stupendo.
Non vi trattengo ulteriormente e lascio subito la parola alla cara Amica Monica.
La mia storia inizia con una telefonata: stavo guidando nel caos del centro quando, contravvenendo al codice della strada, decisi di rispondere ed ascoltai le seguenti parole:
”Signora Traverso dovete fare in fretta! Ha 18 mesi, si chiama Matheus e vi aspetta tra 10 giorni …”
Era ciò che per le altre mamme è la linea blu sul test di gravidanza! Il mio bambino mi aspettava a Vitoria, una città dello stato di Espirito Santo, in Brasile.
Le pratiche burocratiche – ne avevo già fatte talmente tante per l’adozione – si svolsero nei tempi richiesti e … in un baleno ci trovammo dall’altra parte del mondo, noi due soli dopo
aver lasciato genitori, amici e datori di lavoro con un arrivederci a presto!
Non posso dire che la prima volta che vidi mio figlio fui “folgorata” dall’amore per lui, non sarebbe la verità: lo portarono al nostro residence due splendide persone, due suore laiche, e le sue urla mi risuonano ancora nelle orecchie; non era mai uscito, in 18 mesi, dalla casa famiglia che lo ospitava ed aveva paura di tutto …
però quando mio marito gli si avvicinò smise un attimo di piangere, lo scrutò con quel faccino imbronciato ma – quello era evidente – bellissimo, e si protese per andare tra le sue braccia.
Era il primo individuo di sesso maschile che mostrava interesse per lui ed era molto attratto … peccato che di me non ne volesse assolutamente sapere !
Mi avvicinavo e urlava! Questo per i primi due giorni, io,naturalmente, torturavo mio marito con frasi del tipo “non mi vorrà mai!” e lui, in quell’occasione particolarmente di supporto, cercava di farmi capire un concetto molto semplice:
Matteo era amato dalle suore, da loro riceveva affetto quotidianamente, loro erano le sue “mamme”.
Ma arriva il terzo giorno e le due suore ci propongono di trascorrere la giornata intera con il bimbo fuori, in un bel parco della città chiamato “La Sebola” per un enorme tronco all’ ingresso a forma di cipolla, con prati verdi ed una piccola fattoria all’ interno.
La giornata passa serenamente tra cambi di pannolini, tanta pappa e l’incredibile curiosità di un bimbo che tra paura e desiderio di conoscere il mondo meraviglioso della natura, indicava in continuazione, con il suo ditino grassottello, animali e piante dei quali voleva conoscere il nome che io, ovviamente, enunciavo in lingua italiana ma che lui sembrava comprendere e assimilare!
Verso sera ci avviammo al punto di incontro con le suore, perché il piccolo sarebbe rientrato alla casa famiglia, il distacco doveva essere graduale, in fondo Matteo ci aveva conosciuti solo tre giorni fa!
Ci sedemmo in una panchina ad aspettarle quando avvenne “il fatto”, quello che per me equivale alla sala parto, un agire forse casuale da parte del mio bimbo, ma che fece nascere in me un amore senza limiti … quello di una “mamma”…;
Quando Matteo le vide arrivare in lontananza, le due suore laiche con un giudice loro amico, si alzò improvvisamente dalla panchina, abbandonò i giochini che aveva in mano e prese la mia mano tirandomi, al fine di farmi alzare, in direzione opposta alle suore!
Quest’ultime ed il giudice furono non poco sorpresi della reazione del piccolo e dopo qualche momento di riflessione, decisero che Matteo aveva espresso il suo desiderio di rimanere con noi con quel gesto,”ci aveva scelti”, quindi da quella sera avrebbe dormito con noi …
Concludo questa mia meravigliosa storia sottolineando come, al momento dell’addio, le due suore che tanto amore avevano dato al mio Matte avessero gli occhi gonfi di lacrime ma, loro dissero, erano lacrime di gioia perché il loro Matheus sarebbe stato amato per tutta la vita dalla sua mamma e dal suo papà!
Quindi, chiunque volesse avventurarsi sulla strada dell’adozione internazionale sappia che, dopo alcune inevitabili difficoltà soprattutto burocratiche, i sentimenti e le emozioni che ti scoppiano dentro sono “proprio quelle”, al di là della biologia, di puro e incondizionato amore.
Ed era proprio un bambolotto color del cioccolato quello che mi ha portato a casa la mia amica Monica, nel lontano 2002, di ritorno dal Brasile. Aveva grandi occhioni dolci e curiosi e la boccuccia a cuore! Da mangiarselo di baci!! Che importa se siano di pancia o di cuore, ciò che conta è chei figli sono per noi un dono del cielo, ancor più se te lo sei andato a prendere dall’altro lato del globo per donargli, come ha fatto Monica col suo Matteo, una vita meravigliosa e piena di amore!????
Bellissimo un atto di puro amore
Carissima Simonetta,
si, uno splendido atto di amore e molto di più.
Non ci sono distanze e colore della pelle per l’Amore di una Mamma.
Matteo è un ragazzo fortunato ma lui sa Amare con la “A” maiuscola.
Un abbraccio.
Mariangela