Babbo Natale? Non sempre ha barba e pancione!
“Ritornerà dicembre, con il freddo e i temporali, e tu sarai già pronta con la lista dei regali…”
Ogni Natale, da bambini, aspettavamo il mattino del 25 dicembre per vedere se veramente Babbo Natale avesse esaudito i nostri desideri. Gettonatissime le bambole per le bambine, mentre personalmente, come tanti maschietti, adoravo costumi, Lego e maglie da calcio.
Crescendo, e purtroppo “fa parte del gioco”, i regali sotto l’albero diventano meno (ma più utili!), mentre siamo noi a dover riempire quello spazio vuoto sotto gli addobbi: il regalo per la fidanzata, gli amici, per mamma e papà e, nel mio caso tra qualche anno, ai propri figli. Diventare grandi significa anche questo!
Insomma, dalla letterina a Babbo Natale alla lista dei regali da fare, come canta il buon Antonello Venditti. Sempre di un foglio si tratta, ma cambia la prospettiva. Ed è giusto così! Nel mezzo c’è la mia età: quella in cui spero ancora di trovare qualcosa sotto l’albero, ma, allo stesso tempo, il 23 dicembre (perché mi riduco sempre all’ultimo?) mi vedrete vagare in via XX Settembre alla ricerca degli ultimi regali.
Quindi, se da bambini la magia del Natale consiste anche – a volte troppo – nello scartare i regali di Babbo Natale, da grandi è bello diventare noi stessi Babbo Natale: pensare a come fare felice una persona che ami con un pensiero, non necessariamente una cosa, ma anche del tempo insieme, senza voler ricevere nulla in cambio.
Babbo Natale non è necessariamente vestito di rosso, con la pancia e la barba lunga: Babbo Natale siamo noi, quando ci guardiamo allo specchio. Ma in fondo, davanti allo specchio troveremo anche quel bambino a cui brillano ancora oggi gli occhi trovando un regalo gradito sotto l’albero.
P.S.: Scrivendo questo pezzo mi è venuto in mente che, da piccolo, ai miei genitori scrivevo una poesia che leggevo la sera della Vigilia. Oggi regalo libri, cornici, cd, ma sono tutt’ora convinto che la poesia fosse il regalo più apprezzato!
Buon Natale a tutti!
Tommy
A cura di: Tommaso Imperato