Cari Followers, non sta me e a questo blog dire se la manifestazione per l’inaugurazione del Ponte Genova San Giorgio sia stata opportuna o meno.
Non sono un blog politico e non lo sono mai stata, ma vivo nella realtà genovese, amo la mia città e non posso esimermi dal dire almeno due parole sulla giornata di ieri.
La tensione nell’aria si percepiva già da qualche giorno prima, i pro e i contro, la consapevolezza che questo Ponte che torna a unire le due vallate è frutto di un’immane tragedia che tutti noi ci portiamo dentro e che per sempre segnerà a fuoco la nostra vita.
Ma ieri alle 18,30 dopo una giornata uggiosa i segni della buona sorte che hanno accompagnato l’evento sono stati molti.
Anche se non tutti credono a certe cose, io voglio pensare che forse questo nuovo pezzo di strada qualcosa di buono forse porterà.
L’arcobaleno che dal nulla ha dato inizio alla manifestazione e che dissolvendosi tra le nuvole ha lasciato un numero: il 43 (fonte Il Mugugno Genovese), il vento: che ha portato via la pioggia, ha ripulito l’aria dal malumore, ha omaggiato le nostre vittime e come dice Renzo Piano ha omaggiato questo Ponte fatto di Acciao e Vento.
Genova San Giorgio fatto di Genova, fatto tra i silenzi e i mugugni, tra lacrime e speranze, tra gli sguardi controllori dei mille cittadini che passando per via Guido Rossa si voltavano a visionare che tutto procedesse nei tempi e nei modi corretti.
Non so cari Followers, cosa realmente porterà questo Ponte alla città, cosa donerà al Paese, sicuramente in un momento di grandi preoccupazioni anche ai più scettici ha regalato un attimo di speranza.
Un ponte sotto un arco di luce colorata.
Un ponte sotto lo sguardo triste delle vittime e dei loro famigliari.
Un ponte sotto la supervisione di Genova.
Un ponte sotto il tricolore.
Un ponte dentro ai nostri cuori.