Il mondiale ’82, i nostri vent’anni… ciao, Pablito!
Sono sempre stata una tifosa di calcio, e così avevo vissuto il Mondiale con grande partecipazione.
A casa, quando ero piccola, c’era il rito di guardare i Mondiali. Oggi ci sono partite ogni giorno, all’epoca non era così: si aspettava la partita in TV con trepidazione.
Anche quando andai via di casa, la tradizione rimase e fu così che quei mondiali li vissi con tutta la passione e freschezza dei miei vent’anni.
Ricorderò sempre le notti mondiali dell’82.
Fu un’emozione pazzesca vedere la finale e riversarci in strade e piazze con le nostre sciarpe azzurre. Allora non c’erano i cellulari, quindi i ricordi restano scolpiti nel mio cuore e nella mente, così come per tutti gli italiani che l’hanno vissuto.
E veder giocare “Pablito” Rossi, che proprio ieri ci ha lasciato, era un turbinio di emozioni: era imprevedibile, non riuscivi mai a capire quando quel furetto dallo sguardo discreto sarebbe scattato, rubando il tempo a tutti e gonfiando la rete.
Parlando a cuore aperto, poi, ho trovato davvero toccanti le parole di sua moglie Federica.
Senza entrare troppo nel dettaglio (non vi voglio intristire!) sono le stesse che ci siamo dette io e mia sorella, poco prima che ci lasciasse. Anche lei non voleva andarsene! Mi sono veramente sentita vicino al dramma di Paolo e Federica.
Ho sempre identificato quel mondiale con i miei vent’anni.
Ed è proprio con l’addio di Pablito che se ne vanno via i miei, i nostri vent’anni.
Biologicamente erano spariti da un pezzo, ma rimasti vivi nei ricordi.