Cronaca di un anno di “pausa”

Cronaca di un anno di “pausa”

Cronaca di una anno di “pausa”

Cronaca“Ciao come stai? Bene, tu? Benone, sto per partire per la montagna, coi ragazzi … poi però rientro a Genova per lavorare, devo fare una riunione con la redazione, ci vediamo tutti qui in ufficio per un caffe’ …

Passi? Dai poi ci potremmo andare a mangiare qualcosa da Capricci o dal Sereno assieme …”

Ecco questa potrebbe essere stata la telefonata tra me ed una amica un anno fa … un anno, quanto è lungo un anno? Quanto è stato lungo questo anno?

Due anni fa a Pasqua mi concedevo un weekend da sogno con la mia famiglia, su uno stupendo lago, mangiando in uno dei ristoranti stellati che tanto adoro; un anno fa, ridevo a squarciagola con le amiche, sorseggiando un aperitivo nel weekend e lavoravo correndo forte, visitando i miei amati clienti.

E poi? Ci siamo svegliati il 10 marzo con la città in “pausa” forse i primi giorni increduli, ma poi abbiamo capito.

Lockdown lo hanno chiamato, confinamento, letteralmente.

E cosi, per la prima volta abbiamo indossato una mascherina, che ancora oggi fa parte del nostro volto.

Abbiamo cantato dalle finestre, impastato, fatto dolci, lavorato, studiato, tutti assieme a casa  e abbiamo imparato che si può brindare con gli amici su Zoom!!!

Abbiamo reinventato il nostro modo di lavorare insomma, nonostante la casa fosse affollata di connessioni internet ce l’abbiamo fatta.

CronacaAbbiamo sofferto questo “confinamento” nelle nostre case.

E il silenzio per la strada ve lo ricordate amici? Poi d’incanto l’estate è passata in maniera quasi normale … ma poi, certo mai mi sarei immaginata di passare il Natale senza poter vedere le persone a me care.

Secondo me abbiamo capito cosa conta davvero, apprezzando ciò che davamo per scontato, può sembrare normale ma é così!

Ed oggi dopo un anno, cosa mi manca in assoluto?

Vedere il sorriso di chi mi sta accanto, il contatto umano, un abbraccio

Di una cosa sono però certa: dobbiamo tutti ringraziare quei medici, infermieri, sanitari, che hanno dato tanto, moltissimo e che ancora stanno donando la “loro vita” per noi.

Passerà ancora del tempo, non so quanto per la normalità ma quello che è certo è che ne usciremo!!!