Andar per Botteghe Storiche: Luico Turaccioli
Che bello amici girare per le botteghe storiche della nostra Genova.
Oggi vi porto nel cuore di Genova, in Salita Santa Caterina, dalla bottega di Luico Turaccioli.
Mi accoglie il signor Carlo, che oggi dietro lo storico banco del piccolo e caratteristico negozio, continua l’attività assieme a sua figlia Rosanna.
L’attività inizia con Giovanni Foppiano, nel 1855, il suo bisnonno.
Tappi, dentro ancora i grandi sacchi, dove Carlo li pesca e li conta con grande maestria: semplici, elaborati e di tante misure, ce ne sono certi anche con buffe figure in argento.
Ci sono antichi attrezzi per la lavorazione del sughero come il primo tornio usato da Carlo, quando era bambino.
Fino a metà Novecento si produceva, racconta Carlo, nel vicino laboratorio in Piccapietra.
La famiglia aveva dei boschi nella zona di Finalmarina dai quali ricavavano il sughero che, dopo una stagionatura all’aperto di almeno un anno e mezzo, veniva bollito in grandi caldaie, steso e pressato per essere spianato, successivamente lavorato con coltelli e torni a mano fino a diventare turacciolo.
Poi la produzione si è industrializzata.
Ma, tra gli scaffali e le cassettiere in legno la memoria si conserva in questa delizia di “bottega”.
Giuseppe Garibaldi nei suoi ultimi anni genovesi, la frequentava e Gilberto Govi, utilizzava per i suoi spettacoli leggerissimi oggetti in sughero.
Ecco che Carlo mi mostra una “coscia di pollo” rimasta in bottega, proprio quella preparata per il mitico Govi, che si dice non pagasse, da buon genovese, ma ricambiasse in biglietti teatrali per i suoi spettacoli.
Carlo mi racconta che ai grandi clienti del passato, si sono sostituite nuove e giovani realtà.
Oggi tanti giovani si avvicinano al mondo enologico per passione. E soprattutto, tante donne, aggiunge Carlo.
E noi ne sappiamo qualcosa vero amici, con la nostra brava Letizia Miraudo e il giovane Alessandro Tedoldi!
A cura di: Mariangela Guido Facebook Instagram
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