Genoa, non basterebbe un miracolo. Samp, niente impresa a San Siro
Una cercava l’impresa a San Siro, l’altra doveva assolutamente fare tre punti per provare a salvarsi: è andata male a entrambe. Milan-Sampdoria finisce 1-0, il Genoa pareggia 1-1 con la Salernitana e, di fatto, ha un piede e mezzo in Serie B.
Sulla Sampdoria andrò veloce, perché il peso specifico della partita contro il Milan era esponenzialmente minore rispetto alla partita del Genoa.
Ad ogni modo, i tifosi blucerchiati speravano di poter fare un bello sgambetto all’ex squadra di mister Giampaolo, in lotta per lo Scudetto.
Non ci è riuscita, ma ha disputato una buona gara dando continuità, almeno in parte, a quanto di buono visto con il Sassuolo. Certo, i pericoli creati dagli avversari sono decisamente troppi, e serve un super Falcone per tenere in vita i suoi. Ma da Sensi arrivano ancora ottimi segnali: ci sono buoni spunti per ripartire (e, soprattutto, per salvarsi).
La vera notizia positiva, per la Samp, arriva però fuori dal campo: Damsgaard, il gioiellino norvegese assente da inizio anno per una grave forma d’artrite, sta meglio, e – se tutto va bene – potrà tornare a giocare entro la fine della stagione.
Si parla di cinque settimane. Potrebbe tornare molto utile a Giampaolo, e sono molto curioso di vedere quale ruolo gli ritaglierà.
È difficile, per un genoano, scrivere di Genoa in un periodo così duro. Lo faccio per stima, riconoscenza e affetto nei confronti di zia Mariangela che ospita i miei pensieri sportivi su questo Blog da ormai tre anni, e poi perché non mi piace scrivere solo quando si vince. È una caratteristica dei perdenti.
Il pareggio con la Salernitana, forse immeritato (il Genoa ha creato di più) ha praticamente sancito la retrocessione in serie B.
Servirebbe vincere 8 delle prossime 13 partite per salvarsi: questa squadra ne ha vinta, fino ad ora, 1 su 25. Non serve essere dei matematici per comprendere la situazione.
L’unico modo per sopravvivere (almeno emotivamente) fino al prossimo agosto, quando al 99% il Genoa ripartirà dal campionato di Serie B? Non fare drammi.
Bisogna sforzarsi di credere al progetto a lungo termine, con tanti giocatori di proprietà e di prospettiva. E fidarsi dell’attuale società. Del resto, ripeto, si può fare altro? No. E allora tanto vale stringere i denti, portare pazienza e masticare il boccone amaro di una retrocessione praticamente annunciata.
A cura di Tommy Imperato