Come si mangia a Parigi? La mia – personalissima – esperienza
Come si mangia a Parigi? Una domanda a cui è praticamente impossibile rispondere, per un semplice motivo: Parigi è una città immensa, in cui convivono almeno – almeno – 20 culture diverse.
Ci sono ristoranti francesi (ovviamente), italiani, spagnoli, indiani, somali, libanesi e chi più ne ha più ne metta. In generale possiamo dire che nella capitale francese, con un po’ di conoscenze e accorgimenti, si mangia bene.
Se invece ti siedi nel primo locale che trovi, durante una passeggiata nelle vie principali, rischi di mangiare piatti turistici non indimenticabili a prezzi poco convenienti.
Ad ogni modo, vi racconto la mia personale esperienza, basata sulla vacanza appena trascorsa a Parigi con la mia ragazza: abbiamo cercato, in generale, locali francesi, e personalmente ho provato alcune specialità, nel tentativo di capire realmente come mangiano i nostri ‘cugini’ (anche se, ripeto, è difficile da dire: gli stessi parigini, ormai, sono molto diversi l’uno dall’altro, e hanno abitudini alimentari a volte anche diametralmente opposte tra loro).
La prima sera abbiamo voluto provare un locale tipico, molto frequentato dai parigini, che proponeva specialità del sud ovest della Francia: buoni i salumi (il crudo, probabilmente, era italiano), mentre per cuocere la carne (il nostro ‘secondo’) è stato fatto un uso irresponsabile e smodato di aglio e burro.
Pietanze inutilmente pesanti. E l’andouillette (la loro trippa) non ha nulla a che vedere con le nostre – deliziose – trippe alla genovese.
Assolutamente da provare, invece, le crepes e le galettes: abbiamo scelto un locale che proponeva solo queste due specialità, mangiando benissimo e spendendo pochissimo: con lo sconto di The Fork abbiamo speso 12 euro a testa (a cena a Parigi!), uscendo con la panza piena e felice.
Noi abbiamo cenato all’Atelier Artisan Crepiêr – Austerlitz: un po’ fuori mano (è nel quartiere degli uffici) ma consigliatissimo, in particolare agli under 30.
La terza sera ho voluto farmi violenza e ordinare, presso un ristorantino curato che proponeva cucina fusion (francese/asiatica), un piatto molto apprezzato (a quanto pare) dai francesi: la pasta con il pollo.
Lo rifarei? No. In pratica, era un petto di pollo con la salsa di Tarragona (e fin qui …), ma come condimento, al posto delle patate, c’erano delle bavette scondite (almeno erano ben cotte).
Sorprendentemente, le bavette con la salsa di Tarragona si facevano anche mangiare, mentre il pollo, che avrebbe dovuto, nell’idea dello chef, essere la parte migliore, era di gomma.
Molto buoni i noodle con carne ordinati dalla mia ragazza (come detto, si trattava di un ristorante fusion). Dolci strepitosi, come in tutti i ristoranti in cui siamo andati.
Nota di demerito per il sottoscritto: in tutta la vacanza non me la sono sentita di assaggiare le lumache. L’anatra, invece, l’abbiamo mangiata a pranzo e, obiettivamente, la sanno cucinare come pochi (anche se l’anatra migliore della mia vita l’ho mangiata in Repubblica Ceca).
La quarta e ultima sera, concedetecelo, abbiamo cercato una vera pizzeria napoletana: lasciando da parte alcune proposte disgustose solo che a leggerle (la pizza pollo-pesto … Mio Dio), le pizze ordinate erano obiettivamente molto valide, più buone di molte altre mangiate a Genova.
Le mie conclusioni, basate sicuramente su un’esperienza parziale (4 giorni non sono certo sufficienti per farsi un’idea a 360 gradi), sono queste.
Da italiano, forse per patriottismo, posso dire senza alcuna esitazione che la nostra cucina superi la tanto decantata cucina francese, che ho trovato inutilmente elaborata.
Non ho poi apprezzato alcuni abbinamenti inopportuni e l’uso eccessivo dell’aglio. Detto questo, è comunque possibile mangiare molto bene e a prezzi “per tutte le tasche”. Fatemi sapere, se siete stati a Parigi, la vostra esperienza con la cucina locale!
A cura di: Tommy Imperato