Herod: un purosangue dalle note di patchouli!
Buongiorno Followers, se c’è una cosa che Mariangela sa fare davvero bene sono gli eventi … piccoli o grandi che siano, l’impegno che lei mette è lo stesso!
Buongiorno Followers, se c’è una cosa che Mariangela sa fare davvero bene sono gli eventi … piccoli o grandi che siano, l’impegno che lei mette è lo stesso!Questa volta per l’evento organizzato da Ottica Diopter, a mio avviso, si è superata mettendo insieme due dei prodotti più amati dalle donne e anche dagli uomini: Occhiali e Profumi di Eva 3000 profumerie
Entrambi esaltatori di personalità!!
Ecco, questa volta ho scelto di esaltare la mia persona, scegliendo un paio di occhiali sulle tonalità del lilla in grado di celare quasi totalmente il mio viso senza darmi però un’aria troppo vamp che non ho e acquistando un profumo che dicesse al mondo intero anche in una stanza buia: “c’è la Lety!”
Matteo di Eva 3000 profumerie mi ha conquistata al primo sguardo. Gentile, colto e di bella presenza ha subito capito le mie preferenze!
Nulla di troppo aromatico e fruttato, tutto concentrato sull’energia, l’avvolgenza e il patchouli.
Ecco come in casa mia è entrato: Herod un profumo dalle note di cannella, foglie di tabacco, incenso, sandalo, patchouli e vaniglia. Una gioia per i nasi!
Più adatto come potenza al mio compagno si integra perfettamente anche alla sottoscritta. Herod fa parte della linea Parfums de Marly.
Parfums de Marly rientra nei profumi di lusso ed alta gamma, ispirati “all’Età dei Lumi” francese, periodo in cui la nazione brillava come la patria dei profumi e la corte guidata da Luigi XV era nota come “corte profumata”.
Per rendere omaggio al periodo la Royal Essence di Parfums de Marly ha ricreato le fragranze che scorrevano tra i corridoi di palazzo.
Il re era un grande amante dei cavalli di razza e delle corse, ed ecco perché ogni fragranza della casa prende il nome di un puro sangue di corte.
Profumi intensi, eleganti e creati da nasi prestigiosi che vi faranno ricordare da tutti!
cin cin amici!
a cura di: Letizia Miraudo
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