La Samp centra l’obiettivo play-off: la vittoria contro il Catanzaro per 3 a 1 (tripletta di un super Borini) vale l’accesso agli spareggi per la Serie A.
Dopo un inizio di stagione complicato e costellato di infortuni, Pirlo è stato capace di invertire la rotta e dare un’identità alla squadra, che comunque ha individualità importanti per la Serie B.
Venerdì a Palermo i blucerchiati dovranno necessariamente vincere per accedere al turno successivo. Una partita complicata in cui mancherà anche il sostegno dei propri tifosi (trasferta vietata).
In Serie A il Genoa, già salvo, non vuole accontentarsi dell’obiettivo minimo raggiunto ma continua a fare punti: al Ferraris, davanti a 30mila tifosi, batte il Sassuolo 2-1 e lo condanna con tutta probabilità alla retrocessione.
I rossoblù hanno fatto esattamente quello che si dovrebbe fare sempre: giocare a calcio, anche quando la classifica dice che potresti presentarti in ciabatte.
L’ha fatto per la sua gente e per onorare la competizione. E ha vinto, con buona pace del Sassuolo. Questo finale di stagione, del resto, serve a Gilardino (riconfermato, finalmente!) per provare nuove soluzioni in vista della prossima stagione. E le indicazioni sono senza dubbio positive.
Sono stato particolarmente sintetico, lo so.
Ho voluto scrivere poche righe per lasciare spazio a una piccola riflessione relativa alle tensioni che si stanno registrando tra gli ultras di Genoa e Sampdoria. Botte, minacce di guerriglia urbana, addirittura un accoltellamento.
Sono cose che non appartengono al gioco del calcio, non appartengono a questa città e non appartengono alle tifoserie genovesi.
La rivalità, anche molto sentita e accesa, è sempre esistita e deve continuare ad esistere, ma il bello di Genova è proprio la pacifica convivenza di genoani e sampdoriani.
Le chiacchiere – e il menaggio – al bar, in ufficio, persino in famiglia, dove magari la mamma tifa per la Samp e il papà tifa per il Genoa.
E che tragedia, poi, se il figlio diventa juventino! Battuta a parte, questo è il bello di tifare due squadre e amare la stessa città. L’abbiamo visto con le alluvioni, o dopo il crollo di Ponte Morandi. Tutti insieme ci siamo rimboccati le maniche per dare una mano. Questo dev’essere il calcio a Genova. La violenza lasciamola altrove.
A cura di Tommy Imperato
P.S. Tutte le foto in questo articolo sono prese dai canali social di Genoa e Sampdoria.