Il Mare di… Primavera, la mia stagione preferita!
Loredana Bertè e Enrico Ruggeri, nel 1983, raccontavano la solitudine profonda del Mare d’inverno, rimanendone al contempo agitati e affascinati. Oggi è arrivata la Primavera, e la nostra Genova torna a far brillare sulle onde placide del mare i suoi tenui colori caldi. Chi, come noi, abita in una città di mare, sa coglierne la bellezza in ogni stagione, interpretandone i colori, i rumori e le onde a modo proprio.
Il Mare, nei mesi freddi, può trasmettere effettivamente una certa inquietudine, un senso di nostalgia, forse perché, dopo i tre mesi estivi in cui le spiagge sono state vestite a festa, ora la costa risulta tristemente spoglia. Eppure, c’è chi, camminando in riva al mare a novembre, trova in questa sorta di tête-à-tête un senso di pace, di serenità altrimenti irraggiungibile. È capitato spesso anche a me.
“Passerà il freddo e la spiaggia lentamente si colorerà, le radio e i giornali, e una musica banale si diffonderà. Nuove avventure, discoteche illuminate piene di bugie…”
Nonostante il “fascino crepuscolare” che il Mare d’inverno esercita sul mio cuore, la stagione che a mio modo di vedere rendere maggior giustizia al mare, al nostro mare, è appena iniziata: la Primavera!
In primavera, infatti, Genova si colora: ma, come anticipato in apertura, non si tratta di colori appariscenti, stucchevoli, “fluo”, costruiti ad hoc per attirare turisti, come succede da altre parti, soprattutto in estate. Tutt’altro: le mattine di marzo, Genova si sveglia ed è un ritratto a pastello, è l’ocra dei palazzi che si fonde nell’azzurro dell’amico Mare. La sera, quando il sole sta per calare, è un acquerello sporcato dal vento, dove il rosso del tramonto sbava l’orizzonte.
Genova, in primavera, è tutto questo. È una foto sfocata, fatta di fretta, un bacio o un gelato sugli scogli, una cena al Santamonica con la persona che amiamo, oppure, semplicemente, una passeggiata al chiaro di luna, noi e il mare, e nessun altro.
E questo spettacolo è solo per noi, che in questa città siamo nati, che questo mare lo sappiamo respirare e ascoltare. Godiamocelo. Fino in fondo.
Tommaso Imperato