L’altra faccia della medaglia: Gabriel, che sfortuna
Cari followers del blog,
Ieri, da genoano, è stata una giornata lunghissima: alle 19.30 è andato in scena il match decisivo per le sorti del Genoa e della sua contendente, il Lecce, impegnati in una difficilissima lotta salvezza.
I fatti di cronaca sono noti a tutti: quel palo di Jagiello che sbatte sulla schiena di Gabriel, portiere del Lecce, e ci regala tre punti che sono ossigeno purissimo.
Quel gol, anzi quell’autorete, l’ho vissuta in maniera diversa dalla maggior parte dei tifosi rossoblu: sono anche un portiere.
E quando ho visto il replay del gol, non ho potuto che soffermarmi sullo sguardo di Gabriel: io, a casa, esultavo, addirittura piangevo dalla tensione. Lui guardava entrare in porta il pallone, da lui deviato in maniera beffarda e involontaria.
Sia chiaro, Gabriel è totalmente incolpevole: ma quella sensazione sgradevole di trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato, quella sì, l’avrà provata eccome.
Il calcio sa essere spietato, la lotta salvezza ancor più crudele, e Gabriel, dopo aver disputato un’ottima stagione, ieri notte probabilmente non avrà dormito per aver deviato quel pallone.
E a me, da “collega”, nonostante la gioia del gol, è dispiaciuto per Gabriel.
Perché a tutti i portieri del mondo è capitato, almeno una volta nella vita, di prendere un gol così. Ma subirlo in uno scontro salvezza fa decisamente male.
A cura di Tommy Imperato
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