Bentornato, Mattia!
Ci sono vittorie che vanno ben al di là dei tre punti sul campo.
Vittorie che raccontano storie di vita vissuta, sofferta se vogliamo.
La partita di ieri sera è stata la vittoria di Mattia Perin, tornato in campo tre settimane dopo aver contratto il coronavirus.
Certo, Perin non è stato l’unico tesserato del Genoa a essere colpito da questa malattia subdola – così lui l’ha definita – ma la sua presenza oggi è stata la più emblematica, per due motivi.
Innanzitutto è stato il primo a essere contagiato, e alcuni ignoranti lo hanno additato come un untore, colui che ha portato il virus all’interno dello spogliatoio.
Troppo spesso le persone, cattive ormai per moda, si dimenticano che i calciatori sono persone come tutti gli altri, E il virus non fa distinzione: non guarda né al portafoglio né alla professione.
Non è una colpa ammalarsi. Sia chiaro una volta per tutte. Il Genoa, tra l’altro, ha rispettato tute le procedure: lo attesta la stessa FIGC.
Il secondo motivo per cui la presenza di Perin è stata importante è prettamente sportivo: il pareggio di Verona è tutto suo. In una partita non propriamente frizzante, che si avviava alla conclusione sullo 0-0, ecco intervenire la sua manona destra a evitare un goal già fatto.
Mattia Perin non solo è tornato, ma è tornato “alla Perin”: salvando i suoi e terminando con la fascia al braccio.
Felici di riabbracciarti, Mattia.
A cura di Tommy Imperato