Samp-Genoa, con il Ferraris “spento” è un derby a metà
Un punto a testa. Non poteva che finire così un derby scialbo di inizio novembre, al cospetto di un Ferraris imponente e spettrale.
Una cattedrale vuota, in cui va in scena il più laico dei Derby della Lanterna. La volontà di prevalere sulla rivale cittadina, nei tifosi rossoblucerchiati, è meno forte del solito, vuoi per l’assenza di pubblico, vuoi per la classifica che, dopo appena 5 giornate, lascia il tempo che trova.
Proprio una classifica pericolante aveva fatto vincere l’ultimo derby a porte chiuse al Genoa, lo scorso luglio, quando i giocatori rossoblu erano decisamente più stimolati a portare a casa 3 punti pesanti in ottica salvezza.
Non si può dire che ieri i giocatori non abbiano preso seriamente l’appuntamento, questo no. L’impegno è stato massimo, lo sforzo pure, e il pareggio, per le occasioni create da entrambe le squadre, è corretto. A mancare sono stati i tifosi e l’atmosfera che sono in grado di creare.
Un derby “monco”, privo dei suoi co-protagonisti. Non sono i tifosi ad andare in campo, è vero, ma sono loro che, in fondo, “fanno la partita”: la fanno al bar prima del fischio d’inizio, allo stadio con cori e coreografie, e ancora a scuola o sul posto di lavoro con il classico “menaggio” post derby…
Insomma, vuoi per il pareggio finale, vuoi per l’assenza di pubblico e di atmosfera, l’impressione è che questo 123esimo Derby della Lanterna lascerà ben poco ai tifosi sampdoriani e genoani.
Siete d’accordo con me? Anche Voi avete vissuto la partita con un senso di vuoto, come se mancasse davvero qualcosa alla partita perché fosse definita “derby”? Oppure dentro di Voi siete riusciti a sentirla come sempre? Diteci la vostra!
A cura di Tommy Imperato