“Mister, è morto Maradona”
A dirmi della scomparsa di Maradona è stato un bambino. Ero in campo, aspettavo i miei piccoli portieri, quando Simone entra di corsa. “Mister, hai visto?” Non avevo visto un bel niente, avevo dimenticato il telefono a casa. “Mister, è morto Maradona”.
Simone ha 7 anni. Non ha mai visto giocare Maradona, né dal vivo, né in televisione. Eppure sa chi è Maradona. Conosce bene il peso della notizia che mi ha appena dato.
Sa che è appena volata via l’incarnazione terrestre del gioco che più amiamo io e lui.
E ha subito sentito la necessità di dirmelo, perché chiunque ami il calcio non può che soffrire intimamente per la perdita di una Leggenda. Anche Simone, che Maradona non l’ha mai visto.
Perché ancora oggi, scrive bene Cesare Cremonini, quando un bimbo ai giardinetti è imprendibile con la palla tra i piedi gli si chiede sempre: “ma chi sei, Maradona?”
Maradona è stato tanto divino in campo quanto umanamente imperfetto fuori, una sorta di Cristo laico e peccatore capace di far innamorare Napoli e il mondo e di elevarsi fin sopra all’Olimpo del Calcio.
Ed è per questo motivo che di Maradona muore solo il corpo, ma la Leggenda sopravviverà per sempre. Ogni bambino che avrà un pallone tra i piedi crescerà nel segno di Maradona. E a suo figlio ne racconterà la grandezza.
A cura di: Tommaso Imperato.
Grazie Tommy per il bellissimo articolo che hai scritto, non potevi trovare parole migliori per descrivere questo fenomeno … avrei voluto aggiungere qualcosa di mio a questo tuo articolo, ma mi hai lasciato senza parole .