“Quel sogno che comincia da bambino
E che ti porta sempre più lontano
Non è una favola e dagli spogliatoi
Escono i ragazzi e siamo noi!”
Siamo tutti noi. I 26 meravigliosi ragazzi che hanno portato a casa gli Europei, guidati dal Ct Mancini, rappresentano tutti noi.
Ma “siamo noi” anche Matteo Berrettini, primo finalista italiano della storia di Wimbledon.
Siamo noi l’Italbasket, che questa estate ci farà sognare dopo essersi qualificata alle Olimpiadi di Tokyo.
E siamo noi la Nazionale di Atletica Leggera u23, prima nel medagliere a Tallinn agli Europei di Categoria.
Che notti magiche sono state, inseguendo i goal di Chiesa, le parate di Donnarumma, gli ace di “Berretto”.
Che notte magica è stata, a perdere la voce al gol di Bonucci contro la Spagna, a disperarsi per il palo di Jorginho al rigore decisivo, per poi esplodere quando il tiro dal dischetto di Saka impatta sui guantoni di Gigio.
Solo lo sport poteva regalare un sorriso (solo un sorriso? Una gioia infinita!) a un popolo piegato da un anno e mezzo di pandemia e di emergenza economico-sanitaria, un popolo che sta rialzando la testa dopo 18 mesi difficilissimi, un popolo che aspettava tutto questo come una boccata d’ossigeno.
La festa in piazza De Ferrari Domenica sera, al termine dei festeggiamenti, un caro amico (non credente) mi ha guardato e mi ha detto: “Oggi Dio ha guardato di sotto”.
Sì, anche a me piace credere che abbia guardato di sotto. E che abbia tifato Italia.
A cura di Tommy Imperato