Il Genoa esce “ridimensionato” da Reggio Calabria?
Questa è la domanda che si sono fatti in tanti al termine della sconfitta per 2-1 sul campo della Reggina.
Il Genoa ha disputato una prestazione opaca, con pochi tiri in porta. Nel secondo tempo, quando la qualità dei rossoblu avrebbe dovuto fare la differenza per ribaltare il risultato, si è vista invece solo tanta confusione.
Una risposta a questa domanda non devo darla certo io (e non lo farò). Mi limito a qualche considerazione sulla base di quello che ho visto.
La sconfitta di Reggio assomiglia, sotto molti aspetti, a quella di Palermo: quando il Genoa va in svantaggio e le squadre avversarie si chiudono a riccio, difficilmente riesce a ribaltare il risultato.
E’ successo solo a Terni, dove il Grifone aveva disputato sicuramente un secondo tempo gagliardo, ma era comunque stato aiutato dagli episodi. Prima il rigore causato dal portiere locale, poi il guizzo di Coda con la partecipazione di un difensore poco attento.
Insomma, la sensazione è che, se gli avversari non concedono, in queste situazioni il Genoa fa fatica. Serve trovare idee al più presto per uscire dalle sabbie mobili “quando il gioco si fa duro”, o il rischio è quello di perdere, da qui alla fine dell’anno, tanti punti . Punti preziosissimi.
Guardando il bicchiere mezzo pieno, la sconfitta di lunedì non compromette certo in maniera irreversibile il cammino del Grifone.
La lotta per tornare in Serie A è apertissima: del resto si tratta appena della seconda sconfitta stagionale.
Sicuramente, la partita contro la Reggina è stato però un campanello d’allarme (non proprio il primo, a dirla tutta) che dovrebbe far riflettere mister Blessin e la proprietà: per vincere il campionato di Serie B serve far vedere qualcosa di più. In termini di risultati, ovviamente, ma anche di gioco.
A cura di Tommy Imperato
P.S. Tutte le foto sono state prese dalla pagina ufficiale del Genoa CFC.
