L’ora di cambiare
Inevitabile. Lo cantava Giorgia, riferito all’amore. Lo scriviamo noi, con riferimenti decisamente romantici all’esonero del tecnico del Genoa Alexander Blessin.
Sei partite di fila senza vittorie: un filotto inammissibile per una squadra candidata alla promozione diretta in Serie A. Primo posto lontanissimo e seconda posizione a sei punti di distanza. Lo ripetiamo: inevitabile cambiare qualcosa.
Il fallimento di Blessin, uomo simpatico ma scarso conoscitore del calcio italiano e della Serie B, è anche il fallimento del direttore generale Spors: il suo goffo tentativo di ricopiare il “modello Lipsia” è naufragato, e nonostante la sua cocciutaggine alla fine la società ha optato per cambiare allenatore.
Del resto, ricopiare il “modello Lipsia” prendendo Blessin, che in Germania ha allenato solo le giovanili, era un’idea a dir poco azzardata, un volo pindarico che non poteva che terminare con un sonoro tonfo.
Tutti ci avevamo ovviamente sperato (parlo da tifoso rossoblu), ma le cose non sono andate nel verso giusto. E ora?
È il tempo del pragmatismo.
In questo senso va la scelta di affidare la squadra al mister della primavera, Alberto Gilardino, che conosce bene la piazza e gestirà questa difficile settimana senza troppe invenzioni.
Lunedì, probabilmente, si saprà il nuovo tecnico: Bjelica e Tedesco sembrano ulteriori azzardi di cui non si sente il bisogno.
Andreazzoli era il nome perfetto, ma si è stufato di aspettare Spors e ha scelto la Ternana. Ranieri sarebbe il nome obiettivamente migliore, a mio modo di vedere: nome blasonato (la Premier con il Leicester …), italiano, esperto.
Soddisfa sia le esigenze di campo che quelle della proprietà. Il suo passato in blucerchiato? Al momento è l’ultimo dei problemi.
A cura di Tommy Imperato