Quando i fiori arredano
L’estate è arrivata e con essa anche la voglia di cenare all’aperto, se avete la fortuna di avere un terrazzo o un giardino. Cambia la luce e cambiano gli orari, così spesso ci ritroviamo a cenare alle nove accompagnati ancora dalla luce solare. E’ quindi una buona idea anche vestire la nostra tavola in modo diverso e per questo siamo andati a parlare con Mara Ivaldi, esperta decoratrice e designer floreale.
Entrare nel suo atelier di decorazioni floreali non è come entrare in un negozio di fiori qualsiasi, ma più come accedere nello stravagante mondo di Alice nel Paese delle Meraviglie.
Per questa stagione accanto ai look classici per i centro tavola estivi come limoni e frutti colorati, troviamo i coralli rossi e lo stile tropical oversize. Invece per le tavole più rustiche gli insiemi di verdure di stagione creano centro tavola speciali.
Per tavole di mare, il corallo rosso si abbina sia alla juta naturale che alle foglie di calanqua che ricordano le pinne di pescecane. Le mega conchiglione per i tavoli più importanti sono decorate con eleganti fiori bianchi.
Ecco quindi lo stile del momento con le fantasie tropicali, pappagalli, strelitzia e foglie stile giungla. Per la campagna, infine cestini con erbe della provenza, soprattutto del classico genere aromatico.
Fare la fioraia non è un percorso come molti altri, perché lo hai scelto?
Penso che siano stati i fiori, 32 anni fa, a scegliere me, non il contrario. Inizialmente non sono partita con l’idea di avere a che fare con il mondo floreale, avevo in mente una carriera artistica (Mara ha studiato preso la Marangoni, scuola di moda e arte, ndr), mentre mia mamma aveva già intrapreso studi da decoratrice floreale.
Vuol dire che hai “ripiegato” sui fiori?
Al contrario, ho trovato un modo per impiegare il mio lato artistico e creativo in un mondo che andava un po’ “svecchiato”, e quando i fiori mi hanno scelto è stata una folgorazione, amore a prima vista.
Nel tuo lavoro è più importante la qualità del fiore o la creatività?
Entrambi hanno lo stesso peso, è proprio la qualità del fiore o della pianta che mi permette di fare insiemi creativi, ma senza uno dei due non potrei fare quello che faccio.
Cosa si intende per qualità di un fiore?
Principalmente la durata e il colore. E’ per questa che la scelta è forse il passaggio più importante di tutti. La mia parte dal Mercato di Fiori, dove mi reco personalmente almeno 3 volte a settimana, alle 5:30 del mattino. I fiori voglio sceglierli, toccarli e annusarli di persona.
La caratteristica che più ti distingue è il design floreale: il tuo non è il classico negozio dove comprare un mazzo di fiori. Da dove viene questa scelta?
Mi sono concentrata più su questo ambito in quanto la scelta su come operare mi è apparsa all’inizio molto libera, non avendo mai avuto né attività né passate esperienze in questo campo. Perciò il naturale proseguimento del mio percorso artistico ha giocato un ruolo fondamentale. Ho scelto di differenziarmi dagli altri, da quello che già si poteva trovare in giro, di ridurre l’impronta puramente commerciale al minimo insomma.
Il tuo stile si può definire come ricercato, più di nicchia. Grazie a cosa sei potuta arrivare a questo punto?
Ho saputo seguire le tendenze, conservando un occhio curioso non solo per quelle dei fiori, ma anche quelle relative a design, arredamento e moda e adattarle alle composizioni floreali. Mi piace molto riprodurre gli accostamenti di tessuti, colori e materiali che vedo in un abito o nell’arredamento di una stanza nelle mie composizioni.
Un altro tuo punto forte sono le composizioni di fiori artificiali.
Menomale che c’è qualcuno che non li chiama “finti”, è una definizione che non si addice al prodotto. Ho affiancato fin da subito le composizioni di fiori artificiali a quelli naturali, e, sebbene criticate, questa scommessa mi ha dato ragione. Soprattutto nel periodo invernale, infatti, l’artificiale costituisce più di metà del mio fatturato. Lavorare con l’artificiale, al contrario di quanto molti possano pensare, è più difficile, perché bisogna assicurarsi di trovare una materia prima di eccellente qualità. Inoltre bisogna studiare meglio l’intera composizione, a partire dalla scelta del contenitore (Mara produce da sola la maggior parte dei propri contenitori, ndr), perché chi compra un artificiale vuole che duri: è per questo che io lo studio più come un pezzo d’arredo che come una composizione floreale. Si deve integrare perfettamente con i colori di casa e con l’ambiente circostante, senza portare squilibrio nell’insieme.
Che importanza ha rimanere sempre aggiornata e stare al passo?
Un’importanza fondamentale. E’ cruciale sapere conoscere le novità e le tendenze, innovarmi sempre. Per me, inoltre, ha un’importanza ancora maggiore: uno dei punti più importanti del mio lavoro è che con la maggior parte dei miei clienti si è instaurato un vero e proprio rapporto di fidelizzazione e fiducia. E’ un tipo di clientela che mi sprona molto, non ti puoi sedere, rimanere statico, indietro rispetto ai tuoi clienti, che magari girano il mondo e ti chiedono di riproporre ciò che hanno visto a Parigi piuttosto che a Londra.
Una cosa che vorresti fare?
Lavorare con Dolce&Gabbana, il loro utilizzo del floreale mi affascina molto. A dire la verità, amo tutto ciò che fanno.
Il Giardino di Mara si trova in Via Zara 12, 16145, Genova. Seguite Mara su Facebook e Instagram per vedere le sue creazioni.